GISELLE

Crediti

di Laura Boato

con Andrea Rampazzo e Elisa Dal Corso

disegno luci Luca Ferro e Laura Boato

interactive video e paesaggi sonori Luca Ferro

dalle musiche originali di Adolphe Adam

e con lo straordinario contributo del M° Ulisse Trabacchin

scene e costumi Laura Boato e Luca Giabardo

occhio esterno alla drammaturgia Stefano Tomassini

foto di Luca Giabardo

Sinossi

Giselle si slancia e trattiene le braccia della Regina, alzate sul suo amante.

(T. Gauthier, Giselle, Atto II)

 

Gli uomini non sono violenti per natura. Tutti, maschi e femmine, subiamo dei

condizionamenti culturali, sociali e psicologici. Quelli previsti per i maschi ci consegnano la

violenza come scelta predisposta per noi.

(NoiNo.org, Uomini contro la violenza sulle donne)



Nella tradizione del repertorio classico Giselle è stata a simboleggiare la follìa, la perdita di sé per amore che porta alla disperazione, alla disfatta, al suicidio.

La storia, notissima, è quella di una giovane popolana irretita da un Principe; di fronte alla scoperta della reale identità di lui e alla vista della promessa sposa, Giselle muore di crepacuore. Nel secondo atto il Principe, venuto a chiedere perdono sulla tomba di lei, viene attirato nel folto del bosco dalle Villi, spiriti di fanciulle abbandonate alla vigilia delle nozze, che ne decretano la condanna a morte; solo la strenua difesa di lei, che lo protegge col proprio corpo e ne supporta la danza per tutta la notte, gli permetterà di rivedere il sole, salvo.

Il coincidere della figura di Giselle con l’immagine della Follìa (fino alla famosissima rilettura di Mats Ek ambientata all’interno di un ospedale psichiatrico) è l’esito naturale di una lettura ‘realistica’ del personaggio, e del risalto conferito nei secoli al suicidio che chiude il primo atto.

Ma Giselle non è solo colei che muore perché tradita e abbandonata: è anche colei che, pur tradita e abbandonata, permette che lui sopravviva. Felice. Con un’altra. È ciò che accade anche alla Sirenetta di Andersen, la cui vicenda per molti versi assomiglia a questa.

Nel rileggere questa storia oggi, essa è apparsa perciò, al contrario, come un esempio poetico, simbolico, metaforico e archetipico come solo le autentiche fiabe sanno essere, della capacità di contenere la rabbia conseguente alla ferita profondissima del tradimento e dell’abbandono. È qualcosa a cui le donne sono ‘educate’ da secoli: per cui hanno esempi, modelli, paradigmi.

E gli uomini?

 

“Mi è sembrato interessante, da autrice che vive e opera in un Paese dove la violenza sulle donne e il femminicidio sono all’ordine del giorno, esplorare cosa accade invertendo le parti.”

(Laura Boato)

 

 

“La rilettura di “Giselle” a ruoli capovolti di Laura Boato è un condensato di riflessioni profonde, che danno attualità e nuova prospettiva copernicana alla vicenda di Gautier. (…) Una trasposizione intelligente, credibile e quasi necessaria oggi, nel suo declinare al maschile una storia di abbandono.”

(Chiara Castellazzi (Il Sole 24 Ore)

Una produzione

INDACO - Incursioni di Danza e Arte Contemporanea

DanzaVenezia/Choregraphic Collision 7 – What is Classic?

progetto di ricerca coreografica sulla riedizione contemporanea di temi di repertorio

 

col prezioso supporto di:

Arteven, Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, Teatro Stabile del Veneto, Teatro Fondamenta Nuove, MilanOltre Festival, LuganoInScena

 

Presentato a:

Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni, Venezia (IT)

LAC TeatroStudio, Lugano (CH)

Teatro Comunale, Vicenza (IT)

Teatro Elfo Puccini, Milano (IT)