Gli interpreti di questo lavoro avevano avviato ciascuno un proprio percorso nella danza e nel movimento, con un bagaglio di esperienza variabile, da qualche anno a qualche mese. La creazione è partita infatti da una restituzione di fine laboratorio, alla quale siamo rimasti tutti come impigliati… e nella quale abbiamo deciso di rimanere ancora un po', per capire meglio, per scoprire dove ci stava portando davvero. Da una struttura d’improvvisazione siamo approdati a una partitura coreografica molto precisa che indaga alcune figure potenti, come la solitudine, il perdersi, l’andare alla deriva, l’esilio e l’approdo, la fondazione, il riconoscimento, la comunione; e sempre, e di continuo, sullo stare in piedi, sul cedere, sul cadere, sul rialzarsi. Infine, su cosa significhi ‘comunità': su cosa essa sia e quale valore abbia, per ciascuno di noi.