LA COOP SEI TU
STUDIO PER UNA REINCARNAZIONE

Crediti

ideazione, coreografia e drammaturgia di Laura Boato
costumi di Daniel Tuzzato
interpreti: performer non professionisti, dai 12 ai 75 anni
paesaggi sonori di Luca Ferro
scene di Luca Giabardo e Laura Boato
supporto alla comunicazione: Silvia De March
supporto all’organizzazione: Michela Lorenzano
foto di Luca Giabardo

Sinossi


La gonna di lana che mia madre metteva sempre se usciva per fare la spesa

Le chiacchiere infinite con tutti quelli che incontrava

I barboni seduti sui cartoni all’entrata

Le luci al neon, il freddo del frigo

L’odore del banco dei formaggi

Il grembiule del macellaio, sporco di sangue…

Le dita della cassiera veloci sui tasti

Io che salgo sul carrello da davanti, e resto in equilibrio senza mani

(estratto)

 

 

LA COOP SEI TU_Studio per una reincarnazione è un lavoro nato dallo stupore di riconoscere un potente moto d’opinione contro la chiusura di un grande supermercato in un quartiere periferico: un riverbero emotivo che comprovava come la Grande Distribuzione si fosse accampata non solo nelle abitudini famigliari, ma nell’immaginario infantile stesso di più d’una generazione, penetrando nel sentire più profondo.

È emerso così, in modo improvviso quanto inatteso, come Il Supermercato fosse stato inavvertitamente promosso dalla categoria di non-luogo (secondo la lezione di Marc Augé) a quella di luogo antropologico, occasione di esperienza anche poetica, emotiva, affettiva, fattore d’identità collettiva e di sedimentazione della memoria.

La creazione indaga il fenomeno realizzando un’installazione performativa site specific, da collocare all’interno dei supermercati, che interpreta questo corto-circuito di significati attraverso la messa in scena di una mutazione: i diversi reparti del Supermercato si incarnano nei performer, uomini, donne e bambini di età compresa tra i 12 e i 75 anni, con modalità e riverberi che liberano altri piani d’interpretazione.

 

“Ci troviamo così di fronte a quadri umani, frutto di una rielaborazione di figure dell’immaginario collettivo (in seguito a una ricerca fatta su modi di dire, proverbi e locuzioni tipiche) insieme a testimonianze dirette di esperienze concrete raccolte tra i partecipanti, il cui impatto visivo è potente e realizzato attraverso accostamenti surreali di concetti e oggetti.

I performer sono tutti rigorosamente non-professionisti: i loro corpi raccontano di vita vissuta, di una quotidianità lontana dalla perfezione inseguita dai danzatori di professione. La possibilità infatti di riconoscimento e ‘sympathia’ tra performer e pubblico, l’effetto speculare che i loro corpi hanno agli occhi delle persone che si trovano ad assistere alla performance, è fondamentale per dare densità di senso alle azioni compiute, e sta alla base anche della costruzione della partitura coreografica – che parte dall’idea di non agire, ma di lasciarsi guardare mentre il movimento accade. Nessuna drammaticità, nessuna enfasi, nessun ‘commento’ su ciò che accade traspare dai corpi né dai volti dei performer: allo straniamento della situazione fa da contr’altare un’assoluta essenzialità dell’intenzione performativa. Per la progettazione e la realizzazione di scene e costumi largo spazio è stato dato a materiali di recupero e scarto del Supermercato: bottiglie di plastica, buste di surgelati, guanti e sacchetti per frutta e verdura, contenitori per uova, cassette di polistirolo per il pesce, etc…, concorrono ad arricchire e impreziosire notevolmente i diversi quadri, permettendo accostamenti materici interessanti, coloristicamente vivaci e dinamicamente originali.”  (Silvia de March)

 

 

una produzione
INDACO - Incursioni di Danza e Arte Contemporanea
col sostegno di:
Festival A Piede Libero
Città Mogliano Veneto – Assessorato alla Cultura
RetEventi – Provincia di Treviso
Regione del Veneto
Arteven
Opera Estate Festival Veneto
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