L'indaco è il colore della visione interiore, della capacità di concentrarsi sull’ascolto delle proprie intuizioni e immaginazioni creative e di prenderle a riferimento per prendere decisioni.
(Riflessioni su Lo spirituale nell'arte di Vasilij Kandinskij, di C. Rubano) È uno dei sette colori base dell'arcobaleno. Eppure, nessuno sa con precisione quale colore sia: chiedetelo a dieci persone diverse, vi indicheranno dieci diverse sfumature di colore.
(Philippe Daverio)
Poetica
Danziamo il corpo abitato. Non si tratta di atletismo, né di estetica, men che meno di spettacolo o evasione, bensì di riconoscere che le radici dell’umano affondano nel corpo, così come nel corpo risiede il suo sacro: un corpo che è elemento originario - non mero strumento, ma essenza profonda e viva, scrigno prezioso che custodisce e libera memorie, sensibilità, fantasie, da esplorare, ascoltare e da cui lasciarsi muovere, per conoscersi e conoscere. Che si tratti di creazione, di progetti o di formazione il centro è sempre l’esserci, ciò che risuona in noi, a partire dalla consapevolezza dell’insieme di relazioni con l’ambiente e con gli altri esseri viventi.
Storia
INDACO nasce come organismo di produzione nel 2003, quando la danzatrice e coreografa veneziana Laura Boato, dopo un lungo periodo di studio e lavoro all'estero, decide di tornare e radicarsi in Italia.
Da allora ha prodotto numerose creazioni di danza e teatro con la collaborazione di partner d’eccezione come la Biennale di Venezia, i Festival internazionali Oriente Occidente e Opera Estate Festival Veneto, le Università IUAV e Ca’ Foscari di Venezia, il Museo Benetton, Emergency, Nancy Allison / NYC. Alcune di esse hanno ricevuto riconoscimenti internazionali.
Contribuisce inoltre all’organizzazione di festival, incontri, eventi per Istituzioni pubbliche e private dedicati alla danza e più in generale alla ricerca artistica e performativa contemporanea, tra i quali dal 2004 l’innovativo festival A Piede Libero, in collaborazione con la Città di Mogliano Veneto, la Regione del Veneto, Arteven, REV, RES e Opera Estate Festival Veneto. Il Festival, che porta l’arte performativa fuori dai teatri nei luoghi dell’attesa, come l’ufficio postale, la stazione ferroviaria o il distretto sanitario, è stato principal case study alla conferenza internazionale di Atene sull’innovazione nell’arte contemporanea del 2015.
Parallelamente sono stati avviati negli anni numerosi laboratori e corsi annuali in collaborazione con numerosi Enti pubblici e privati del territorio, tra cui Amministrazioni locali, scuole e istituzioni museali.
INDACO è inoltre tra i fondatori di REV - Rete Veneta Arti Performative, RES – rete spettacolo dal vivo e membro di C.Re.S.Co. (Coordinamenti Regionali per la Scena Contemporanea).
Oggi l’attività di produzione e formazione vede all’opera una costellazione di persone: una coreografa, numerosi performer e collaboratori, quattro formatrici stabili, un fotografo, un artista multimediale, un costumista. Oltre diecimila persone hanno viaggiato con noi in questi anni attraverso gli spettacoli, le lezioni e i laboratori: alcune per un breve tratto di strada, altre per una parte importante della loro e della nostra vita.
"La giuria ha assegnato il primo premio a Laura Boato per l'originalità del linguaggio, la ricerca minimale e poetica e la capacità di esprimere un pensiero in nitido movimento, senza enfasi ed effetti in superficie” (dalla motivazione del Premio Danz’è di Rovereto, Festival Oriente Occidente)
Laura Boato ha idee originali, nitide, filosofiche, e sa trasporle in coreografia. Una coreografia cesellata, luminosa e personale, non concettuale, ma stratificata di concetti.” Chiara Castellazzi, Il Sole 24Ore
“Roma, Teatri di Vetro 8: chiusura magnifica con Boato” Alessandro Paesano, Gaiaitalia.com_cultura
“Quello presentato da Laura Boato è uno spettacolo essenziale, dalla gestualità rarefatta, ironico e ricercato, in cui il movimento negato diventa metafora di un libero arbitrio soppresso dalle logiche di mercato." Giulio Sonno, paperstreet.it
Il lavoro di Laura Boato è imperniato su una grande serietà e la sua ricerca minimale è poetica. (...) Il solo della talentuosa danzatrice greca Ariadne Mikou è bellissimo, per gli occhi e per il cuore.” Valeria Loprieno, nucleo art_zine