Luca Giabardo è fotografo pubblicitario, ma ha sempre parallelamente coltivato anche uno sguardo per la danza e il teatro, ritraendo creazioni di alcuni grandi nomi della danza, come Pina Bausch e Sasha Waltz. Per INDACO ha spesso curato non solo la documentazione, ma anche gli allestimenti scenici ed è il fotografo ufficiale del festival A Piede Libero.
Si interessa di fotografia a partire dalla fine degli anni ’80; ha la fortuna di lavorare come assistente stabile di affermati professionisti, mentre frequenta workshop e master in Italia e all’estero approfondisce la conoscenza della ripresa in grande formato (banco ottico SINAR) e delle nuove tecniche di ripresa ed elaborazione digitale impiegandole in diversi settori: moda, still life, fotografia industriale e corporate. Dal 1999 si avvicina alla fotografia di danza documentando i lavori di alcuni tra i più noti autori contemporanei e di ricerca come Pina Bausch / Tanztheater Wuppertal, Sasha Waltz & Guest, Alessandro Sciarroni, Sosta Palmizi / Giorgio Rossi, Silvia Gribaudi, Nicoletta Cabassi, Sara Simeoni, Chiara Frigo, Ambra Senatore, Laura Boato, Francesca Foscarini e molti altri. Dal 2004 è il fotografo ufficiale del Festival A PIEDE LIBERO - Incursioni urbane di arte performativa e nel 2009 ha curato la documentazione fotografica di Unconditional Love, per la 53. Biennale d’Arte di Venezia (tra gli artisti: Marina Abramovic’, AES+F, Jaume Plensa). Nella fotografia e nella fotografia di danza in particolare è attratto dalla possibilità di fermare attimi, espressioni, gesti, frutto delle emozioni e degli stati interni dei performer, che spesso nel movimento vanno perduti e che invece riprodotti conservano e restituiscono - in un altro spazio e in un altro tempo - l’intensità del momento, risuonando come un’eco in chi li guarda, risvegliando memorie e fantasie.
Per INDACO cura da sempre la documentazione dei lavori e spesso anche ha collaborato alla progettazione degli allestimenti scenici. In questo caso è la passione per i materiali a guidarlo, in una logica che fonda insieme funzione ed estetica. Privilegia materiali poveri, linee essenziali, superfici ruvide, in una ricerca costante che veleggia al largo di manierismi e leziosità, cercando di restituire un’eleganza autentica alla scena e considerando sua migliore Maestra la natura.
A volte le due anime si incontrano, e allora è la luce a disegnare la scena e lo sguardo del pubblico ad essere maggiormente guidato a cogliere magari alcune porzioni d’immagine, frammenti che dalla periferia conquistano il centro della nostra attenzione… proprio come fa lo sguardo del fotografo, quando inquadrando ricompone la propria originale realtà.